Generale Winfield Scott
Più volte tutti noi, abbiamo sentito “il Silenzio” e l’abbiamo associato al ricordo dei caduti, sono gli onori che in ogni manifestazione militare o paramilitare esprimono, due minuti di raccoglimento, per coloro che come si dice, sono andati avanti, in gergo bersaglieresco sono corsi avanti.
Ogni volta che sentiamo questa melodia, ci pervade un senso di quiete, unitamente ad una sensazione di commozione che spesso ci fa scendere una lacrima.
Questa è la premessa, per riflettere su quanto di delicato e intimo questa melodia trasmette e come per consuetudine viene regolarmente riconosciuta.
Curioso è anche saperne le origini e sembra che questo motivo fosse già in uso dalle forze armate americane sudiste, fin della prima metà dell’Ottocento, inizialmente con il titolo Scott Tattoo, dal nome del generale Winfield Scott che l’aveva ideato.
In seguito, durante la guerra civile americana, nel luglio 1862, il generale Daniel Butterfield e la sua brigata erano accampati a Harrison's Landing, in Virginia, dopo le battaglie dei Sette Giorni nei pressi di Richmond. Contrariato dal segnale militare di tromba tradizionale, impiegato dall'esercito per ordinare alle truppe di andare a dormire, ritenendo che il segnale dovesse essere più melodioso, Butterfield rielaborò Il motivo ideato da Scott, realizzando così il segnale utilizzato per fine della giornata, chiamato Taps.
Dopo aver ordinato al suo trombettiere, il soldato Oliver Wilcox Norton, di suonarlo per i suoi uomini, i trombettieri di altre unità mostrarono interesse, diffondendo in breve tempo la melodia in tutto l'Esercito e persino tra le truppe della Confederazione.
Poco dopo la sua creazione, Taps fu eseguito per la prima volta in un funerale militare. L'ufficiale superiore, del soldato morto, il capitano unionista John Tidball, decise che il segnale di tromba, sarebbe stato più sicuro dei soliti tre spari di commiato, che potevano essere scambiati per un attacco dal nemico.
A tutt’oggi questo brano viene suonato alle cerimonie ufficiali americane, all’imbrunire, dedicato alla bandiera o alle esequie militari.
Un’altra interpretazione è attribuita alla composizione del trombettiere dell'Esercito dell'Unione Oliver Norton, durante la guerra di Secessione Americana, deriva da una chiamata bugle (tromba), del 1835 intitolata The Scott Tattoo.
Il generale di brigata Daniel Butterfield dell'Armata del Potomac, commissionò a Norton di trovare un segnale memorabile che indicasse il comando di luci spente all'intero accampamento. Il musicista yankee eseguì per la prima volta Taps, mentre era di stanza a Harrison's Landing, in Virginia, una sera nel luglio del 1862.
Le unità su entrambi i lati del campo di battaglia, sentirono la melodia e iniziarono a suonarla da sole nelle settimane successive. Un ufficiale di artiglieria trovò la canzone così commovente che ordinò che fosse eseguita al funerale di un caporale della sua unità.
Ben presto Taps si suonò sia alla fine del giorno, che alla conclusione delle sepolture militari americane.
È interessante notare, che fu solo nel 1891, l'ormai famosa composizione divenne parte ufficiale, dei servizi commemorativi dell'esercito.
The Last Post
Ma per ritrovare le vere origini della melodia, che sicuramente ha influenzato tutte quelle derivate, sono da ricercare molto tempo prima che i trombettieri americani suonassero quel brano.
L'esercito britannico aveva la propria melodia cerimoniale, si parla del 1600.
Il brano che è in uso in tutto il Commonwealth, alle cerimonie del Giorno della Memoria e ai funerali militari, “The Last Post”, inizia come una chiamata di tromba che segna la fine di una giornata.
Altrettanto interessante è notare che “The Last Post” e i “Taps” condividono un lignaggio comune; entrambi sono derivati, da una melodia olandese del 1600 chiamata Taptoe.
Questa melodia annunciava ad un reggimento, che i rubinetti della birra venivano chiusi per la notte, segnando di nuovo la fine della giornata.
È probabile che le truppe inglesi, adottarono una variante del Taptoe mentre prestavano servizio nei Paesi Bassi nel XVII o XVIII secolo. Gli storici credono anche, che abbia influenzato la melodia Taps, The Scottish Tattoo.
Durante il XVIII e il XIX secolo, la chiamata fu suonata un po’ alla volta al crepuscolo mentre l'ufficiale di servizio del campo, visitava i posti di sentinella circostanti.
Ogni fermata lungo il percorso di ispezione, sarebbe stata annunciata con la melodia.
Le rilassanti note finali risuonavano, mentre l'ufficiale finiva il suo turno, segnalando a tutta la compagnia, che era ora di andare a letto.
Il The Last Post britannico, è stato suonato ogni sera al Menin Gate di Ypres, per commemorare i soldati britannici e del Commonwealth, che hanno combattuto e sono morti lì, durante la prima guerra mondiale.
La tradizione iniziò negli anni '20, ma fu interrotta durante l'occupazione nazista del Belgio, nel maggio del 1940 per quattro anni. Non appena l'area che circondava la Porta Menin, fu sgomberata dai tedeschi, nell'autunno del 1944, i cittadini ripresero immediatamente il rito serale, anche se gran parte dell'area circostante, era ancora in mano al nemico.
Il lamento funebre dell'esercito tedesco, è una melodia di Ludwig Uhland, intitolata “Ich hatt ’einen Kameraden” o “I Had a Comrade”. Le sepolture dell'esercito cileno, usano la stessa chiamata, come la moda militare di quel paese, si ispira alle tradizioni prussiane. Si usa anche in Austria, anche la Francia lo ha usato occasionalmente.
“Il Silenzio fuori Ordinanza”, fonda le sue origini nel 1911, quando il Generale dei Bersaglieri, Giovanni Maggiotto, la ideò, componendo di fatto il brano più suggestivo e popolare del repertorio militare, che venne subito accolto ed ottenne un enorme successo
Quando il trombettista Nini Rosso, pseudonimo di Celeste Raffaele Rosso - (San Michele Mondovì 19 settembre 1926 – Roma 5 ottobre 1994) nel 1964, insieme a Willy Brezza lo rielaborò, le eredi del generale ovvero le figlie Vienna e Venezia Maggiotto, denunciarono per plagio, l’artista e la casa discografica
Il pretore respinse le istanze delle sorelle Maggiotto e sentenziò: “poiché il silenzio fuori ordinanza, non essendo musica originale, non gode di alcuna tutela giuridica e quindi decade l’accusa di plagio.”
La versione leggera del "Silenzio fuori ordinanza", in poche settimane raggiunse il primo posto nella hit parade, nel maggio del 1965 per 3 settimane.
Fu inciso per caso, in un concerto al PalaEur di Roma, di fronte a un pubblico militare, il trombettista Nini Rosso, decise di eseguirlo con una malinconica parte recitata, nella quale descrive bene la solitudine del militare di leva, che dà una romantica buonanotte, alla sua fidanzata lontana, e l'accoglienza fu esplosiva.
Il disco vendette 10 milioni di copie, con picchi di successo anche nel Nord Europa e in Giappone, dove Rosso fece numerose tournée.
In Germania raggiunse la prima posizione, per dodici settimane e in Austria, per tre.
Nelle Fiandre in Belgio, in Svizzera, in Australia e nei Paesi Bassi, raggiunse la seconda posizione e in Norvegia, la quarta.
Venne portato al successo da, Dalida (nel 1965) e dai Santarosa (nel 1979), con il titolo Torna, ritorna; che ne fecero entrambi, una canzone vera e propria.
Nacque così, la melodia indimenticabile, che oggi conosciamo come IL SILENZIO fuori ordinanza.
Intervengono poi delle leggende che verosimilmente danno anche altre versioni, una delle più suggestive rievoca una storia che per certi versi può essere appassionante, racconta di un ufficiale di fanteria dell’esercito dell’Unione (nordisti), Robert EL-LICOMBE, che con i suoi uomini si trovava presso Harrison’s Landing, in Virginia, mentre l’Esercito Confederato (sudisti) era dall’altra parte del campo di battaglia.
Le tenebre calarono dopo una giornata di duri combattimenti tra Nordisti e Sudisti, che lasciarono sul campo molti soldati morti dell’uno e dell’altro schieramento.
Durante la notte il capitano Ellicombe sentì dei gemiti di un soldato ferito nel campo, non sapeva se fosse un appartenete all’Unione, piuttosto che alla Confederazione, ma decise comunque di rischiare la vita per aiutarlo e dargli assistenza. Arrancando tra il fuoco nemico, lo raggiunse e lo trascinò al proprio accampamento medico.
Quando rientrò nelle proprie linee si accorse che era un nemico, un soldato della Confederazione, che purtroppo era già morto. Il capitano accese la sua lanterna, per vedere il viso del soldato nella penombra e rimase senza fiato e paralizzato, quando si rese conto che quel corpo, era proprio di suo figlio. Il ragazzo stava studiando musica nel Sud e quando scoppiò la guerra senza dire niente a suo padre si arruolò nell’esercito dei Confederati.
La mattina seguente il capitano, col cuore straziato dal dolore, chiese ai suoi superiori il permesso di dare al figlio degna sepoltura, con tutti gli onori militari, nonostante fosse un soldato nemico.
Chiese se poteva contare sui membri della banda militare, la richiesta fu accolta parzialmente e per rispetto al padre, i suoi superiori gli concessero un solo musicante. Il capitano scelse un trombettiere per suonare alcune note musicali, che aveva trovate scritte su un fogliettino nella tasca della divisa del giovane defunto.
Nacque così questa leggenda, la melodia indimenticabile, che oggi conosciamo come TAPS, per noi
versione inglese | tradotto in Italiano | Silenzio fuori ordinanza Bersaglieri |
Day is done, gone the sun From the lakes, from the hills, from the sky All is well, safely rest God is nigh Fading light dims the sight And a star gems the sky, gleaming bright From afar, drawing near Falls the night Thanks and praise for our days Neath the sun, neath the stars, neath the sky As we go, this we know God is nigh |
Il giorno è finito, il sole è tramontato dai laghi dalle colline e dal cielo va tutto bene, riposati tranquillo Dio è vicino La luce sbiadita attenua la vista E una stella illumina in cielo splendendo Da lontano avvicinandosi Si sta facendo notte Grazie e lodi per I nostri giorni Sotto il sole, sotto le stelle, sotto il cielo Questo sappiamo mentre andiamo Dio è vicino |
|
Per ritornare alle origini del “Il Silenzio” dobbiamo anche constatare che mentre in America si combatteva la guerra di secessione, 12 aprile 1861 – 23 giugno 1865, in Italia si stavano consolidando fermenti che avevano come fine, quello di ottenere l’indipendenza dall’oppressione Austriaca; infatti da lì a poco l’Italia si trovò a intraprendere la terza guerra d’indipendenza, 20 giugno 1866 - 12 agosto 1866, conclusasi con l'armistizio di Cormons, fu il primo conflitto nel quale fu coinvolto il Regno d'Italia.
Qualche anno prima, vediamo sul palcoscenico, Giuseppe Garibaldi, (Nizza, 4 luglio 1807 – Caprera, 2 giugno 1882), noto anche con l'appellativo di «eroe dei due mondi» per le imprese militari, compiute sia in Europa, sia in America Meridionale.
Grazie anche a lui e alla sua spedizione, il Regno Borbonico ebbe fine, a partire con lo sbarco dei Mille a Marsala, 11 maggio 1860, il successivo incontro con Vittorio Emanuele II a Teano, 26 ottobre 1860 e a seguito della firma dell’armistizio, la resa di Francesco II, 17 febbraio 1861 e la proclamazione del Regno d’Italia, 17 marzo dello stesso anno.
Questo, produsse una serie di problemi relativi alla gestione dei tanti militari vinti, il nuovo Regno Italico favorì quindi, l’emigrazione di gran parte di essi, verso l’America, dove come detto prima si stava preparando alla guerra di secessione.
Il 17 marzo 1861, il Re di Sardegna, Vittorio Emanuele II di Savoia, divenne Re d'Italia, ma il processo di unificazione nazionale non poteva considerarsi ancora completato, poiché il Veneto, il Trentino e Trieste appartenevano ancora all'Austria e Roma, era ancora nelle mani di Papa Pio IX. (fino al 1870, Breccia di Porta Pia)
Questo è lo scenario di quel decennio, che identifica due realtà che quasi in contemporanea hanno vissuto vicende analoghe, da qui e dall’altra parte dell’oceano.
Compositore Amilcare Ponchielli
È facile intuire, visti i continui trasferimenti tra il vecchio e il nuovo continente, che tra i vari arruolati, nei due diversi schieramenti, (ben 11000 “americani” si dichiararono nati in Italia), come prenda corpo, l’ipotesi che questa composizione, non sia transitata dall’America al Regno Italico ma potrebbe assumere un’altra verità, se guardata da un’altra angolazione e risultare così l’esatto contrario se, teniamo conto che intorno al 1862, il nostro compositore cremonese, Amilcare Ponchielli, (Paderno Ossolaro, CR, 1834 - Milano, 1886), scrive ed esegue la sua Fantasia militare, imponente brano che descrive la vita quotidiana del soldato, (dal bivacco alla notte, dalla battaglia al dolore dei feriti).
È lo stesso anno in cui abbiamo descritto la leggenda del soldato americano e diventa altrettanto difficile comprendere come lo stesso motivo, contestualmente, fosse giunto in Italia e come potesse essere inserito fra gli altri celebri motivi di Ponchielli.
È la stessa melodia “IL SILENZIO” è inserita nell’opera 116 insieme a marce e sonetti militari, data di composizione 28 settembre 1866 e presentata ufficialmente nel corso di due concerti tenutisi il 24 e il 25 maggio 1882 nel grande teatro meneghino, con enorme successo di pubblico e ripetute richieste di bis.
L’attività di Ponchielli, quale direttore di banda, si svolse lungo un ampio arco di tempo. Fu capo musica, per usare il termine allora in voga, prima a Piacenza dal 1861 al 1864 e poi a Cremona dal 1864 al 1874.
Di questo lungo periodo di attività ci è oggi pervenuta una documentazione pressoché completa e tutta la sua produzione musicale, una preziosa collezione di manoscritti, è conservata presso il Museo “Ala Ponzone” e la Biblioteca Statale di Cremona, che costituisce un campionario unico ed eccezionalmente rappresentativo, della musica bandistica dell’ottocento italiano.
Per concludere, non abbiamo la certezza di come siano andate effettivamente le cose e quindi rischieremmo di confermare delle false verità. Da una parte abbiamo l’appassionante leggenda del capitano che soccorre il figlio nemico morente dall’altra in contrapposizione sappiamo che negli stessi anni, lo stesso motivo, il Silenzio, viene proposto in concerti e fantasie militari da Amilcare Ponchielli.
Sono concerti eseguiti ad arte proprio per esortare il popolo Italiano a scacciare la tirannia austriaca dal nostro territorio, appoggiando e promuovendo la terza guerra di indipendenza.
A questo punto è molto più saggio astenerci, piuttosto che insistere, sull’una o sull’altra tesi, e diamo al lettore la scelta, di farsi una propria convinzione, una propria opinione, che potrà estrapolare dalle righe di cui sopra.
Se però, volete sapere il nostro orientamento, allora sappiate che verosimilmente, l’orgoglio dell’essere italiani, prevale fino a prendere il sopravvento e interviene a nostro favore.
Siamo di conseguenza convinti, che come tante altre meraviglie nate in Italia, anche il SILENZIO nasce in terra nostrana.
Possiamo quindi confermare che:
Questa melodia nasce all’interno dei nostri confini e sicuramente in qualche maniera, si intrufola, volontariamente o meno, in una di quelle 11.000 giubbe dei prigionieri borbonici, pronti ad intraprendere una nuova avventura, in alternativa alla galera a loro riservata.
Se poi vogliamo coniugarla con la leggenda già ampiamente conosciuta, e attiviamo la nostra fantasia, allora preferiamo dargli questa nuova e inedita interpretazione, che per altro non smentisce la precedente versione ovvero:
La melodia nasce in Italia e viene trasferita in America, negli anni appena successivi alla disfatta del Regno Borbonico, febbraio 1861, tramite uno degli 11.000 soldati vinti e vivamente invogliati ad emigrare, per essere arruolati nei due rispettivi eserciti.
Ci sentiamo di ipotizzare, che probabilmente lo stesso militare, che l’aveva al seguito, venne arruolato, tra le fila dell’esercito degli stati Confederati ed essendo una persona molto socievole, ebbe la felice opportunità, di conoscere e diventare amico fidato di quel famoso militare, che più tardi rimase ferito sul campo di battaglia e fatalmente soccorso da quel capitano di nome Robert Ellicombe
In ogni caso, al di la del giusto campanilismo e di qualsiasi ragionevole dubbio, una cosa è certa, da qualsiasi parte essa provenga è sicuramente una dolcissima melodia, scritta con particolare sentimento, capace di raccoglierci tutti, in un’unica fusione d’animi, un bene comune dove tutti si riconoscono. Chiunque abbia composto questa bellissima melodia, ha compiuto un’opera d’arte e ha realizzato un motivo, che con solo tre note, riesce a commuovere tutti coloro che si stringono e piangono i loro eroi morti.
Fonti:
1 Tratto dal Libro: Ladri di canzoni: 200 anni di liti musical-giudiziarie dalla A alla Z Dove si evince una diatriba di plagio sulla musica"il silenzio" fra le figlie di Maggiotto e il successo di Rosso con una nuova versione; vi è un passo dove un magistrato incarica un avvocato a verificare la storia del motivo indicando le origini americane di inizio 800, quindi nessun plagio. 2 Taps - wikipedia.org 3 Final Notes "Taps, "The Last Post" and Other Military Funeral Tunes - militaryhistorynow.com 4 Origin of the Military song “TAPS” - www.todayifoundout.com |